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La città safe, secure and smart esiste?
La potenzialità delle tecnologie (Hardware e Software) nel settore della sicurezza è ormai elevatissima, ma il grande rischio è quello di non riuscire a mettere tutta questa potenzialità al servizio delle città, consentendo un elevato livello di sicurezza in termini di protezione del patrimonio, dei dati e delle persone.
Per far sì che questo avvenga a che diventi stabile e realmente di utilità sociale è necessario affrontare diversi punti di attenzione che possono essere risolti solo con un approccio sistemico in una logica di concertazione permanente, che veda da un lato le competenze in termini di tecnologia applicata per garantire il supporto alle decisioni e l’intervento dell’uomo, dall’altro la condivisione di regole, modalità di lavoro e procedure definite in un quadro normativo aggiornato, e non ultimo la conoscenza specifica delle necessità e delle possibili nevralgie che gli utilizzatori finali – in questo caso le Amministrazioni locali – hanno nel garantire la Sicurezza ai propri cittadini.
Alcuni aspetti di dettaglio da affrontare da un punto di vista delle tecnologie e della relativa applicazione sono:
- Definizione formale dei professionisti della sicurezza (competenze certificate) e best practice.
- Realizzazione di sistemi e sottosistemi seguendo un’architettura ed una visione strategica globale.
- Mappatura (numerica, geografica e funzionale) e controllo dei sensori in campo, già installati e futuri.
- Definire la tipologia di collegamento ed adeguatezza allo scopo, dei vari sistemi e la concentrazione dei segnali generati (control room).
- Implementazione di sistemi predisposti per “parlare” tra loro e con una centrale condivisa (interoperabilità).
- Definire come viene letta e da chi la mole dei dati messi a disposizione da tutti i sensori e sistemi a campo e come vengono trasformate in informazioni interpretabili in una matrice di confronto che consenta di correlare azioni e procedure di intervento predeterminate.
- Definire le modalità di realizzazione dell’architettura relativa alle procedure che poi innescano l’interpretazione di una informazione (allarme), la presa incarico, la definizione delle azioni correlate e l’intervento per anticipare, mitigare e risolvere il rischio/allarme. Lo strumento realizzato sotto l’egida del protocollo di collaborazione tra ANIE e ANCI si pone come obiettivo quello di “supportare” le decisioni dell’Amministratore in tema di scelte tecnologiche, contribuendo a costruire un percorso virtuoso (evidenziato anche dalle varie sezioni della Guida stessa), che riprende alcuni approcci fondamentali.
- È necessario creare una cultura della sicurezza, che investa l’ambito sia dell’offerta che della domanda (sia privata che pubblica) e che non può prescindere dall’approfondimento della disciplina della risk analysis.
- Ci deve essere un flusso di competenza e di conoscenza codificato, che unisca tutta la filiera (dalla progettazione all’intervento della vigilanza, integrato e supportato dalle tecnologie).
- Mettere a sistema la potenzialità delle tecnologie con regole precise (es: cybersecurity – privacy).
- Individuare e rendere visibili le figure professionali.
- Strutturare e pianificare capitolati uniformi ai processi e alle esigenze evidenziate.