Obiettivi e ambiti di applicazione

La videosorveglianza urbana:
come definire obiettivi e ambiti di applicazione

Il percorso della sicurezza: obiettivi e aree di monitoraggio

La definizione degli obbiettivi da perseguire nelle varie aree di monitoraggio passa attraverso un’accurata analisi dei livelli di rischio propri delle aree stesse. A questo scopo iniziamo col definire i vari livelli di rischio da prendere in considerazione, esaminando quelli che sono gli indicatori più comuni a disposizione delle singole amministrazioni o degli enti preposti.
Gli indicatori funzionali da tenere in conto sono, principalmente, i seguenti:

  • Numero totale di abitanti dell’area funzionale basato sui report OCSE
    (Valutazione dell’Area urbana funzionale (OCSE) https://www.oecd.org/cfe/regionaldevelopment/Italy.pdf ) Si tende ad escludere il rischio moderato per le Aree Metropolitane e le Grandi Aree Metropolitane (rif. Definizione 3 e 4 “aree urbane funzionali”)
  • Densità abitativa dell’area
  • Tipologia dell’area semplificata
  • Tasso di criminalità nell’area

Scopri di più sull’indice della criminalità

Addentrandoci un po’ di più nella tipologia dell’area semplificata, possiamo andare a definire più specificatamente i dettagli che, a nostro parere, definiscono l’area stessa

Edifici aperti al pubblico

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Industriale e Artigianale

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Commerciale e Servizi

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Aree residenziali

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Aree verdi e all'aperto

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Stadi e palazzetti

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Una volta effettuata l’analisi degli indicatori, passiamo alla definizione dei vari livelli di rischio associati; possiamo, a questo punto, individuare tre livelli principali: moderato, medio ed elevato.

Ad essi non dobbiamo dimenticarci di aggiungere un quarto livello potenziale, che definirei estremo, applicabile in situazioni contingenti, che potrebbe dover essere utilizzato a qualsiasi area in casi particolari, dove altrettanto particolari esigenze di ordine pubblico potrebbero richiedere l’implementazione di strumenti di sorveglianza aggiuntivi ed estremamente articolati.

Definizione dei livelli di rischio

Dopo aver considerato le tipologie delle aree da sorvegliare e gli indicatori funzionali a disposizione, bisogna ora considerare il dettaglio dei vari livelli di rischio:

RISCHIO MODERATO

Possiamo considerare come esempio di livello moderato un’area residenziale di un comune non classificato come Area Metropolitana, con densità abitativa medio bassa, sufficientemente illuminata e con un basso tasso di criminalità.

RISCHIO MEDIO

Per quello che riguarda una zona classificabile come a rischio medio possiamo ad esempio individuare un’area residenziale urbana, all’interno di una Grande Area Metropolitana, con alta densità abitativa, presenza di sistemi di trasporto pubblico e locali o luoghi che favoriscono l’aggregazione, livello di illuminazione sufficiente ma non omogeneo e con un tasso di criminalità medio

RISCHIO ELEVATO

come esempio di zona a rischio elevato possiamo considerare un’area urbana, all’interno di una Grande Area Metropolitana con media densità abitativa, edifici adibiti ad attività commerciali, sistemi di trasporto pubblico di massa (stazioni ferroviarie o di interscambio), con presenza di pubblici esercizi e “movida” nelle ore notturne, luoghi di aggregazione ed aree verdi, illuminazione sufficiente ma non omogenea e con un tasso di criminalità medio-alto

Seleziona un livello di rischio dall’immagine

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Livello di rischio: ELEVATO

come esempio di zona a rischio elevato possiamo considerare un’area urbana, all’interno di una Grande Area Metropolitana con media densità abitativa, edifici adibiti ad attività commerciali, sistemi di trasporto pubblico di massa (stazioni ferroviarie o di interscambio), con presenza di pubblici esercizi e “movida” nelle ore notturne, luoghi di aggregazione ed aree verdi, illuminazione sufficiente ma non omogenea e con un tasso di criminalità medio-alto

Livello di rischio: INTERMEDIO

Per quello che riguarda una zona classificabile come a rischio medio possiamo ad esempio individuare un’area residenziale urbana, all’interno di una Grande Area Metropolitana, con alta densità abitativa, presenza di sistemi di trasporto pubblico e locali o luoghi che favoriscono l’aggregazione, livello di illuminazione sufficiente ma non omogeneo e con un tasso di criminalità medio</p

Livello di rischio: MODERATO

Possiamo considerare come esempio di livello moderato un’area residenziale di un comune non classificato come Area Metropolitana, con densità abitativa medio bassa, sufficientemente illuminata e con un basso tasso di criminalità.

In generale la presenza di particolari infrastrutture o edifici contribuisce ad elevare il livello di rischio. Sono esempi di tali strutture:

  • Stadi e infrastrutture sportive adibite a competizioni professionistiche con presenza di pubblico e tifoserie
  • Edifici pubblici di particolare rilievo strategico quali: ambasciate, consolati, tribunali, edifici di amministrazione pubblica, università/scuole, carceri, stazioni di polizia/carabinieri, ospedali e centri di primo soccorso
  • Stazioni ferroviarie/metropolitane, autostazioni e stazioni di interscambio
  • Luoghi di culto/centri culturali di grande affluenza o di particolare rilievo
  • Pubblici esercizi (in particolare quelli aperti nelle ore notturne) e luoghi di aggregazione spontanea (aree verdi, parchi, piazze, ecc.)

Definizione dei parametri generali

Definiti i livelli di rischio è opportuno, per poter definire i requisiti minimi di ogni impianto, definire quelli che sono i parametri generali di sistema da considerare:

1. Copertura minima e sorveglianza di punti strategici (ingressi, accessi, incroci, …)
2. Risoluzione con riferimento al MDORI
è opportuno ricordare il significato dell’acronimo MDORI, che sta per Monitoring, Detection, Observation, Recognition and Identification. Per qualsiasi ulteriore informazione o approfondimento è opportuno rifarsi alla normativa EN IEC 62676-4 che regola le prestazioni dei sistemi di VideoSorveglianza.
3. Live monitoring dell’area
4. Registrazioni per Enti diversi (interoperabilità dei sistemi)per queste tipologie di interfacciamento, il requisito minimo per tutti i dispositivi è quello di essere conformi allo standard ONVIF per la migliore l’interoperabilità dei sistemi
5. Utilizzo di sistemi evoluti di analisi video

    • Il costante sviluppo delle tecnologie, che hanno portato ad un incremento notevole della qualità delle riprese video, ha aperto a nuovi scenari e a nuove possibilità nel campo dell’analisi delle immagini dedicate alla video sorveglianza. Si è passati dal poter gestire soltanto delle variazioni, più o meno importanti, di pixel all’interno di un’immagine per determinare un generico “allarme”, alla capacità di creare automatismi e segnalazioni sulla base di svariati parametri, quali ad esempio la determinazione della tipologia di un oggetto e dei suoi attributi. Per attributi si intendono, ad esempio: dimensione, colore, direzione dello spostamento o posizione, velocità, tenendo sempre ben presente che il numero e la tipologia di questi parametri è in continua evoluzione. Tutte queste funzionalità, basate per la maggior parte su algoritmi di Intelligenza Artificiale (A.I), possono essere utilizzate come supporto per una gestione ottimizzata delle situazioni di pericolo in aree urbane e metropolitane.
    • I sistemi evoluti di analisi video possono funzionare sia direttamente a bordo delle telecamere di ultima generazione, sia installati su server centralizzati che analizzano i flussi video pre o post registrazione, a secondo dell’utilizzo desiderato: su flussi live per allerte immediate che attivano risposte ed interventi rapidi, oppure sulle registrazioni in caso di analisi forense a seguito di eventi specifici. Alcune tecnologie permettono anche di utilizzare modalità di analisi “ibride”, cioè localizzate in parte sulle telecamere ed in parte su server.
    • Il minimo comun denominatore di queste tecnologie rimane comunque la necessità di trasmettere i dati analitici rilevati a bordo dei dispositivi di ripresa in una modalità standard e strutturata. Anche in questo caso non si possono trascurare le indicazioni descritte nel protocollo di interoperabilità ONVIF M, dedicato appunto alla gestione dei Metadati rilevati dalle telecamere e trasmessi all’interno del flusso video. Lo scopo ultimo è quello di mettere a disposizione, in una modalità chiara ed ordinata, tutte queste informazioni a quelle entità che dovranno poi attivare allarmi o procedere ad analisi più approfondite di eventi particolari.
    • Anche in questo caso il suggerimento è quello di considerare, durante la scelta degli apparati di ripresa, il livello di rischio determinato per la zona da sorvegliare.
    • Naturalmente disporre di un sistema di analisi forense, più o meno integrato direttamente nel sistema di gestione video adottato, risulta essere di fondamentale importanza per indagini, e conseguente prevenzione, a fronte di qualsiasi evento che possa accadere in qualunque area individuata e con qualunque livello di rischio.
    • Tutto quanto sopra riguarda la produzione di dati analitici (Big Data) che possono essere utilizzati ed assemblati anche per scopi diversi dalla gestione della sicurezza. Ad esempio, si possono organizzare in dashboard dedicate o sfruttare per la creazione di Digital Twins, e quindi restano a disposizione delle amministrazioni per utilizzi diversi, a fini statistici o per altre varie tipologie di analisi.

Parametri consigliati

LIVELLO DI RISCHIO MODERATO

Copertura minima e sorveglianza di punti strategici
> del 25% dell’area, con particolare attenzione ai punti di passaggio strategici, quali incroci e passaggi pedonali.

Risoluzione con riferimento al MDORI
Livello di densità d’immagine compresa tra i 25 ed i 63 pixel/metro, con un minimo di 63 Px/m garantiti nei punti indicati come strategici.

Live monitoring area
Non è richiesto un monitoraggio continuo delle immagini a cura di un operatore locale, ma le immagini devono comunque essere disponibili in rete su richiesta di una postazione remota.

Registrazioni per enti diversi (interoperabilità)
Solitamente non è richiesta l’accesso alle immagini ed alle registrazioni da parte di enti diversi.

Utilizzo sistemi evoluti di analisi video
Non è strettamente necessario disporre di sistemi di analisi video evoluti che generino allarmi immediati. È comunque consigliato predisporre degli apparati, telecamere e sistemi di registrazione, in grado di gestire la produzione e la memorizzazione di metadati, per poter procedere in seguito ad una analisi forense rapida in post produzione.

LIVELLO DI RISCHIO MEDIO

Copertura minima e sorveglianza di punti strategici
> del 40% dell’area, con particolare attenzione alle aree in prossimità dei sistemi di trasporto pubblico, dei locali pubblici e dei luoghi che favoriscono l’aggregazione quali piazze o aree verdi attrezzate, in aggiunta a quanto già evidenziato per il livello moderato.

Risoluzione con riferimento al MDORI
> del 40% dell’area, con particolare attenzione alle aree in prossimità dei sistemi di trasporto pubblico, dei locali pubblici e dei luoghi che favoriscono l’aggregazione quali piazze o aree verdi attrezzate, in aggiunta a quanto già evidenziato per il livello moderato.

Live monitoring area
non è richiesto un monitoraggio continuo delle immagini a cura di un operatore locale, ma le immagini devono comunque essere sempre visualizzate, eventualmente in modalità ciclica, almeno da una postazione remota di controllo.

Registrazioni per enti diversi (interoperabilità)
Solitamente non è richiesta l’accesso alle immagini ed alle registrazioni da parte di enti diversi, ma devono essere disponibili delle procedure di trasferimento/esportazione di immagini e filmati che garantiscano e l’integrità degli stessi.

Utilizzo sistemi evoluti di analisi video
Alcune analitiche attive, a bordo telecamera o a bordo server, possono aiutare ad attivare dei meccanismi di reazione atti a gestire situazioni particolarmente critiche nelle aree individuate. (es: analitiche basate su Intelligenza Artificiale che permettano di individuare assembramenti, mezzi che viaggiano in direzione contraria a quella dei sensi di marcia obbligati, mezzi o persone che transitano o sostano in aree a loro interdette, oppure semplicemente che siano in grado di contare e determinare rischi dovuti ad eccessi di affollamento o traffico veicolare.

LIVELLO DI RISCHIO ELEVATO

Copertura minima e sorveglianza di punti strategici
> del 60% dell’area, restano validi tutti i parametri relativi ai punti di attenzione indicati precedentemente.

Risoluzione con riferimento al MDORI
Livello di densità d’immagine compresa tra i 63 ed i 250 pixel/metro, con un minimo di 250 Px/m garantiti nei punti indicati come strategici.

Live monitoring area
è richiesto un monitoraggio continuo delle immagini a cura di un operatore locale, e le immagini devono sempre essere disponibili in rete su richiesta di una o più postazione remota di controllo.

Registrazioni per enti diversi (interoperabilità)
è necessario prevedere l’accesso alle immagini ed alle registrazioni da parte di enti diversi, di conseguenza devono essere disponibili delle procedure di trasferimento dei flussi e di esportazione di immagini e filmati che garantiscano l’interoperabilità e l’integrità degli stessi tenendo conto della possibilità di interfacciamento con sistemi differenti.

Utilizzo sistemi evoluti di analisi video
I sistemi di video analisi evoluti diventano un perno fondamentale su cui si snodano tutte le attività di gestione ed eventuale reazione nei confronti di situazioni potenzialmente pericolose. Sostanzialmente si tratta di elevare in termini di numero le analitiche già presenti per il livello medio di rischio e renderli disponibili a dei sistemi intelligenti di analisi situazionale, che tengano in conto dei dati riportati dalle analitiche intelligenti su di un raggio più vasto, e siano di supporto alle autorità competenti alle quali è delegata la gestione degli eventi sul territorio. Anche in questo caso il dimensionamento delle postazioni di controllo e l’interoperabilità delle apparecchiature utilizzate, diventano la chiave di volta per un funzionamento fluido ed efficace di tutto il sistema di video sorveglianza, per cui la necessità di utilizzare apparecchiature che siano conformi agli standard interoperabilità, quali quelli stabiliti da ONVIF, risulta fondamentale per garantire un adeguato livello di risposta a qualsiasi tipo di evento.

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